I cavalli non bastano (e non basteranno) mai! Dunque, il mitico "cavalcone" fu la mia prima moto, ma aveva un enorme problema: in quegli anni i motori di 50cc., per essere in regola con le normative, dovevano sviluppare una potenza massima non superiore a 1,5cv; questo comportava la presenza di strozzature sui condotti di aspirazione e/o di scarico che ne limitassero le prestazioni. Sulla mia era presente la prima che, a mia insaputa fino ad una terribile serata, rendeva la carburazione così magra da distruggere la candela, in caso di surriscaldamento del motore. Quella sera, rientrando dalla solita gita al mare, destino volle che al Circo Massimo si teneva il concerto di Antonello Venditti che festeggiava la vincita del campionato di calcio da parte della Roma: c'era il finimondo, fiumi di ragazzi che si riversavano nelle strade, auto posteggiate quasi come fossero all'autodemolizione (leggi una sopra l'altra!); rimasi bloccato, tra l'altro ero anche mezzo ustionato e intontito a causa di una intera giornata passata sotto il sole; dopo molti minuti di questo inferno dantesco, il mio povero "cavalcone", raffreddato ad aria, si spense improvvisamente. Imprecazione, scalciata, chiudo la benzina, scalciata, apro l'aria, scalciata, imprecazione, altra scalciata, una puzza di benzina allucinante, scalciata con leva che ritorna sul polpaccio ustionato: MAVAFF....!!!!. Okay, scendo e comincio a spingere finché, dopo circa due ore, riesco ad uscire dalla bolgia; cambio la candela e il motore riparte. Arrivo a casa, in terribile ritardo (benedetti telefonini!), alle ore 22:00, con tutta la sacra famiglia che, dandomi per morto, era già pronta per l'estrema unzione; risultato: chiavi della moto sequestrate fino a nuovo ordine!. Parlando con il mio primo collega motociclista del fattaccio, (Alberto, ovvero colui che portò la mia moto appena acquistata al garage e mi insegnò l'arte del cambio), mi informò che queste maledette strozzature provocavano questo ed altri problemi, come l'ostruzione dello scarico: l'unica soluzione era di eliminarle; "Albè, ma poi se i carruba me parano? Me levano er motorino e mi padre m'ammazza!", la risposta fu: "arrangiati, chi modifica...non rosica". Ragazzi, che buon sapore ha il gusto del proibito: era deciso, appuntamento per sabato al garage, intervento a cuore aperto sul paziente affetto da...gravi problemi di insufficienza respiratoria!. Non solo fu asportata la strozzatura, mediante l'utilizzo di trapano munito di fresa: Alberto "FIFTY", il capo dell'equipe operatoria, ebbe la dannata idea di presentarsi con un kit di maggiorazione di 80cc., usato da lui stesso per il suo tubone FIFTY (categoria di motorini allora molto in voga, dotati di telaio monotubolare); ma la cosa veramente oscena era quell' enorme carburatore!: un Dell'Orto il cui pistoncino era grande quasi quanto il pistone originale del motore del povero "cavalcone", e la vaschetta... era buona anche per i pesci rossi!. Dopo un paio d'ore di lavoro, serrata la candela, ci ritrovammo a fissare in silenzio il primario chirurgo che, con un sorrisetto satanico accentuato dal riverbero della luce verde del folle sul viso, si apprestava a far ripartire il cuore del paziente: un paio di scalciate a vuoto, tanto per distribuire l'olio versato nell'orifizio della candela...accompagnate da due tonfi sordi che uscirono dallo scarico, ad indicarci che indubbiamente qualcosa era cambiato, e di brutto pure!. Scalciatona finale: tra la nuvola di olio 2T, colpi di tosse e le sonore pulsazioni del motore, l'unica frase fu quella di Paolo "Biondo" che disse:" Madonna mia, e chi c'ha er coraggio de uscì da qui co sto mostro?". Uscì il primario chirurgo che, affetto da un improvviso attacco di prurito acuto al polso destro, azzardò a dare gas bruscamente, ritrovandosi catapultato fuori dalla rampa del garage in monoruota, a gambe all'aria, nello strombazzare di un povero automobilista mezzo morto dallo spavento per l'improvvisa apparizione; certo, il motore era molto più potente ma la rapportatura finale era rimasta quella originale!. Segui uno starnazzare di galline nel pollaio:" Oh, ma hai visto come se impenna","siii, ed è pure da carburà","pensa co na bella Proma (marmitta ad espansione di modifica) che cavolo te combina sto cavalcone, max!". Dopo svariati giri di prova, corona ridotta e getti cambiati ( se in quello originale ci passava un capello, quello definitivo aveva abbondantemente superato il mm di diametro!), arrivò la frase fatidica:" Dai max, provalo"; nonostante fossi perplesso dal numero da circo nel quale, suo malgrado, si era esibito Alberto, ero anche maledettamente curioso, per cui accettai l'invito, misi la prima e...fu incredibile; abituato a quel cavallo e mezzo/codice, adesso era tutta un'altra storia: di prima, come entrava in coppia, spalancavi e l'impennata di potenza era assicurata, di seconda andava via che era un piacere e comunque, pizzicando la frizione...stessa storia, infilate tutte le marce volavi alla stratosferica velocità di 90Kmh, ma la magia durò ben poco: il kit era di Alberto e quindi il sabato dopo si tornò alla vecchia solfa: 50cc con l'asma, anche se il collettore lavorato diede maggior tiro al motore. Eliminai dalla mia paghetta le voci discoteca, cinema, sigarette...insomma tutto, ma dovevo assolutamente racimolare i soldi per poter acquistare la mia nuova droga: CV, CV e ancora CV. Dopo molte rinunce comprai la tanto sospirata elaborazione, raccontando tra l'altro, per ottenere gli ultimi spiccioli, una balla su un fantomatico guasto a mio padre, che nel frattempo, essendosi appassionato anche lui, mi assisteva durante i miei turni al box, quindi sganciò...senza fare domande imbarazzanti. Non sapevo che la mia prima, e come tale enorme, bestialità motociclistica era in agguato: carezzando la scatola contenete il kit, telefonai ad Alberto:" dobbiamo operare, ho l'organo da trapiantare...come, sabato non puoi...va bene, fammi sapere quando... ". Il sabato , preso dalla cosiddetta "fregola", sotto gli occhi sbalorditi e compiaciuti di mio padre, iniziai da solo l'intervento:" ma davvero sei in grado di aprire e chiudere quel motore?""ma dai, papà, è una cavolata (che presunzione), l'ho già visto fare!".Feci tutto a regola d'arte, tranne un piccolo particolare trascurabile: montai il pistone al contrario!!!; come misi in moto...PATATRAC...addio fasce. I grandi amici si vedono nel bisogno: Alberto, dopo aver appreso la notizia è sbiancato, mi ha inseguito con relativo oggetto contundente per svariate centinaia di metri e ricoperto di improperi innominabili ma... alla fine si commosse alle mie suppliche e ,con fare paterno, mi disse:"dai, non fare così, sabato vediamo cosa si può fare". Si presentò con un pistone e fasce seminuovi, il primo addirittura lavorato sul mantello per aumentare la fase di aspirazione e... me li regalò; mi fece smontare e rimontare tutto sotto la sua supervisione e la prima accensione, questa volta, la feci io con esito più che soddisfacente e... immensa soddisfazione!. Ragazzi, se avete un amico motociclista così, non fatevelo sfuggire; mi insegnò parecchi trucchi come la regolazione delle puntine, l'interpretazione della candela con le relative correzioni sulla carburazione e...il montaggio corretto di un pistone, la cui giunzione dei segmenti, o fasce, non deve mai trovarsi in corrispondenza della luce di scarico:" basta guardare la freccia che si trova sul cielo del pistone, caro Max!(SIGH). Non lasciate che la vostra moto diventi per voi una perfetta sconosciuta: conservate e leggete scrupolosamente il libretto di uso e manutenzione, acquistate dei buoni attrezzi, come USAG o BETA, che non si trasformino in ricotta appena incontrano una vite o una brugola più serrata del solito (o trasformino ciò che state tentando di allentare in un oggetto informe, con tutte le conseguenze del caso); se la vostra moto non ha quello centrale, acquistate anche i cavalletti di stazionamento, per finire pulite bene il luogo destinato a ciò che DEVE DIVENTARE PARTE DEL VOSTRO BAGAGLIO CULTURALE MOTOCICLISTICO: la manutenzione della vostra moto. Prima regola su cui non si discute: se non lo avete mai fatto, fatevi assistere e consigliare da un amico che abbia un minimo di esperienza nel campo ( motociclistico, non sessuale!); comunque si inizia sempre con interventi semplici, come il rabbocco o la sostituzione dei liquidi e delle parti soggette a usura; se richiesto dal tipo di intervento, o anche soltanto per lavorare più comodi e per dare un'occhiata in profondità, si smonteranno le sovrastrutture; già che ci siete lavatele e mettetele ad asciugare appoggiate su degli stracci, in modo da non graffiarle a contatto del pavimento; mettetele lontano dalla vostra zona di azione: nel caso in cui una vite che si deve svitare non si svita, probabilmente, anche se è un grave errore, darete inizio alla sequela di imprecazioni che accompagneranno la ricerca di qualcosa di adatto allo scopo, è probabile che la ricerca avvenga mettendo i piedi dove capita, senza guardare; immaginate ora il CRAAACK che farebbe la carena sotto i vostri piedacci maldestri: ho reso bene l'idea!?.
Ecco una sala operatoria ben attrezzata per la manutenzione ordinaria e straordinaria; nella puntata dedicata ai problemi meccanici allegherò una lista degli attrezzi e dei prodotti che mi hanno sempre aiutato a risolvere i piccoli e grandi problemi delle mie (amatissime) moto. Raccogliete le viti in una bacinella, nel cui interno avrete versato un dito di petrolio lampante: scioglierà ogni traccia di sporco, lasciando un velo lubrificante che sarà la vostra polizza di assicurazione contro le filettature...sfilettate. Effettuate un intervento per volta: non smontate mezza moto per poi ritrovarvi con il pavimento ricoperto di pezzi dei quali si è persa la provenienza; certe parti, come i perni delle ruote, contengono vari anelli distanziatori, che vanno rimontati esattamente al loro posto, quindi numerateli con un pennarello indelebile: vi aiuterà a ricomporre l'esatta sequenza di montaggio; allo stesso modo potrete segnare dei riferimenti sui pezzi, per identificarne il corretto posizionamento di montaggio. Dotatevi anche di fascette serracavo: sono migliori se del tipo chiaro anti UV, non si danneggiano se esposte al sole. Se durante l'ispezione ne trovate alcune danneggiate, o le dovete tagliare per accedere ad un particolare, vanno sostituite immediatamente: i fili penzolanti sono brutti, possono entrare in contatto con le parti calde del motore e sono potenzialmente pericolosi se si creano dei cortocircuiti(avete mai sentito parlare di batterie che esplodono e, con voi fuori tiro nel migliore dei casi, di acido spruzzato dappertutto?). Anche uno spray antiossidante per contatti elettrici sarà sempre a portata di mano: deve essere di qualità, ovvero evaporare rapidamente e del tipo non conduttivo (che può essere usato su contatti sotto tensione), altrimenti alle centraline darà di volta il ...cervello, almeno fino a completa asciugatura del connettore appena pulito. E il multimetro digitale?...beh, con circa 150.000 lire di spesa vi potrete dotare di uno strumento che vi illuminerà su quasi tutti i problemi e i dubbi di natura elettrica; capita l'antifona?. Ricordatevi che la stragrande maggioranza dei problemi fantasma (è il nome che ho dato a tutti quei difetti che si manifestano con discontinuità o apparentemente inspiegabili) come aghi degli strumenti che vanno all'impazzata, luci e/o spie che si accendono, si spengono, si affievoliscono o peggio ancora motori con un cilindro che ti pianta improvvisamente mentre stai tirando con gli amici, per poi funzionare perfettamente al box, sono dovuti a contatti lenti e/o ossidati; lo stesso vale per i dadi che, oltre al puro fissaggio meccanico, in alcuni casi devono anche assicurare un contatto elettrico verso la massa del telaio di ciò che fissano; un caso esemplare sono le flange delle bobine elevatrici per le candele, con relativo cavo e pipetta, vere bestie nere in tutti gli impianti elettrici, a causa delle elevate correnti e tensioni in gioco e dei fili e/o connettori che sono spesso sottodimensionati. I fili stessi, specialmente quelli sottoposti a continue rotazioni, come i cavi che dai blocchetti elettrici vanno al resto della moto passando vicino al cannotto di sterzo, possono spezzarsi in modo invisibile: la guaina resta sana ma l'anima in rame è tranciata di netto; una tale avaria può tranquillamente portare alla pazzia anche il migliore dei meccanici, parola di tecnico elettronico. Questi sono soltanto alcuni modesti consigli e... esempi di cause di notti insonni che ho passato seduto sul pavimento del box, a volte solo e a volte no (in due si ragiona meglio e ci si fa compagnia), con la testa tra le mani e la moto davanti agli occhi chiedendogli:" dimmi qual'è la tua malattia...domenica voglio uscire con te!"; credo che scriverò una puntata "tecnica", dedicata ai problemi più strani dei quali le mie moto mi hanno fatto dono (sempre nel caso in cui avrete voglia di continuare a leggere questa storia). Un ultimo consiglio, forse il più azzeccato: LA PAZIENZA e L'UMILTA'. Devono essere gli attrezzi sempre presenti, e nelle migliori condizioni d'uso, nella vostra piccola officina: senza la prima si fanno solo danni, come il pistone invertito del sottoscritto; la seconda usatela quando non siete sicuri di ciò che dovete fare sulla vostra amata: chiedete consiglio al vostro collega motociclista più esperto; lui sarà felicissimo di aiutarvi, voi vi guadagnerete il rispetto e la stima di chi, prima di voi, ha patito le vostre stesse pene e...magari nascerà una vera amicizia, perché si può avere la moto più bella del mondo, ma quando nei vostri specchietti non c'è riflesso nessuno che ha voglia di fare la vostra stessa strada sorridendovi da dentro il casco, pioggia, sole o freddo che sia, non si ha nemmeno la più pallida idea di cosa sia il motociclismo.
Sotto il vestito una miriade di cavi, fili, viti. Non si deve aver paura di tutto questo: con la dovuta prudenza e pazienza la vostra moto non avrà più segreti.
Mitico Alberto, fu per me un grande maestro, di moto e di vita nonostante la giovane età, donandomi la sua pazienza, gentilezza e, soprattutto, amicizia. Aveva un Malaguti "FIFTY"(da qui il soprannome)iper truccato, vero terrore degli amici del quartiere che, inevitabilmente, si ritrovavano a pagare il gelato a tutti a seguito della paga ricevuta nelle gare di velocità, su due e...una ruota!. Ve l'ho già detto? Il mitico "cavalcone", dopo la "sua" cura toccava quasi i 100Kmh ( vi parlo di un'epoca nella quale i 125 facevano si e no 115/125Kmh, a parte il Malanca OB-ONE e le HRD, vedi le Cagiva 125 SST, Honda XL125, Gilera TG2 ecc.) e, a quei tempi, non c'era l'obbligo del casco: quando vedevo l'ago del contaKM che, traballando, arrivava sulla fatidica cifra, ridevo come un pazzo e le lacrime andavano a fiumi, nel vento...le dedicai ad Alberto "FIFTY", scomparso tragicamente, mentre cambiava l'ultima candela al suo tubone, investito sul ciglio della strada da un automobile che non lo aveva visto; mai mettersi accucciati tra le auto posteggiate a controllare gomme, catena e via dicendo. ...credo che neanche Dio riuscirà mai ad acchiapparlo sul suo tubone, mentre starà insegnando come si montano i pistoni a qualcuno, in un altro spazio, in un altro tempo... Ciao Alberto.
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