Per parlarvi della giornata trascorsa a Teglio (Valtellina) alla festa dei pizzoccheri, non posso fare a meno di partire… dalla fine. Sono le 21:30 quando, dopo 2 ore e mezza(!) di viaggio, lascio Silvia davanti alla porta di casa in un paesino a pochi Km da Lecco. Imprudentemente si era offerta di farmi “da zainetto”, non sapendo che per una “puntata” in Valtellina si sarebbe dovuta sorbire un viaggio di ritorno così devastante! Purtroppo però il problema del traffico sulla statale della Valtellina risale forse all’epoca dell’Impero Romano e continuerà ad esserci sopravvivendo a generazioni di politici, governi e amministrazioni locali che mai faranno niente per risolverlo.
Ma ora, con un bel saltino, torniamo alla mattina di Domenica 28 Luglio. Ore 10:30, porgo gentilmente il sellino posteriore della fidata GSXR600 alla mia passeggera e in compagnia di Luca e Laura a cavallo di una Pegaso-cube (due amici che di moto ne hanno fatta una pelle) partiamo dal centro della Brianza e puntiamo verso Lecco, percorrendo la SP72 e passando per Calco, Brivio e Garlate. Se fossimo arrivati da Milano, però, la strada giusta era la “SS36 del lago di Como e dello Spluga”. Tra Olginate e Pescate, proprio alle porte di Lecco ed in riva al lago di “manzoniana” memoria, si notano delle spiaggettine niente male, con tanto verde, delle quali terrò conto per qualche pic-nic in compagnia in riva al lago. Alle porte della città di “Renzo e Lucia”, si prende la già citata SS36 “dello Spluga” seguendo i cartelli per Colico - Sondrio e ci si infila sotto il centro abitato in un dedalo di gallerie. Il traffico non è eccessivo e si viaggia bene, ma tanto non staremo molto sulla SS36 perché abbiamo la possibilità di farci la vecchia statale, ora declassata a provinciale, e goderci il lungo lago da Mandello fino a Dervio-Colico. Infatti, uscendo da Lecco, prendiamo lo svincolo per Mandello ed inizia il divertimento fatto di quelle curve e quei paesaggi che solo il vecchio tracciato del mitico “Giro del Lario” può offrire. Da Mandello fino a Colico sono circa 35 Km, poi, appena il lago lascia gradatamente il posto alle verdeggianti torbiere dell’alto Lario, si prende la SS38 della Valtellina, puntando in direzione di Sondrio. Attenzione a questo breve tratto finale del lungolago, perché è invitante da un punto di vista sportivo-motociclistico, ma la polizia stradale lo sa ed è sempre in agguato. La SS38 non si offre ad una guida divertente, è un lunghissimo rettilineo che attraversa tutta la Valtellina, però lungo il percorso offre un bel panorama e quindi la strada scorre piacevolmente. All’altezza di Morbegno c’è la possibilità di prendere la direzione del “Passo San Marco” sulla cui sommità si trova il rifugio “Cà San Marco”, a quota 2100 metri, dove si mangia bene e si respira aria buonissima. Oggi però la nostra meta è un’altra e quindi si tira dritto lasciandosi alle spalle i semafori del centro di Morbegno. Appena passato Sondrio si trova sulla sinistra l’indicazione per “Teglio”, in località di “Chiuro”. Per gli amanti della Bresaola non c’è posto migliore di Chiuro per comprarne un po’, solo che oggi è Domenica e non si trova posto che ne venda. Si prosegue sulla SP34 e poi sulla SP10 per circa 7 chilometri affrontando un pecorso abbastanza divertente di curve e controcurve con un manto stradale discreto che lascia spazio alle velleità sportive di noi motociclisti. Finalmente arriviamo a Teglio, le moto si possono lasciare in uno spiazzo sulla sinistra, più in basso rispetto alla strada principale, appena dentro il paese. Dopo un colpo di telefono, riusciamo a trovare mio fratello con la sua ragazza che ci aspettavano dal mattino, purtroppo aveva la moto dal meccanico e sono dovuti salire in macchina. Da qui si risale a piedi verso il paese e poi si prende un sentiero che si arrampica sulla scarpata a destra fino ad arrivare, dopo pochi minuti, ad uno spiazzo che si affaccia sulla valle sottostante. Al centro dell’area verde si trova una torre massiccia interamente in pietra, che è un’antica torre militare di osservazione risalente all’età feudale. A pochi metri c’è anche una chiesetta anch’essa risalente all’alto medioevo. Tutto intorno un gran bel panorama! Qui, la comunità locale, ha allestito sotto alcuni tendoni il bar le cucine, la pista da ballo e decine di tavoli dove si mangia e si beve a sazietà. La fila per prendere la propria razione del piatto tipico valtellinese è lunghissima. Siamo stati circa un’ora e mezza in coda, ma fortunatamente il bar é lì a portata di mano e quindi ci siamo dati alla birra e ai piatti di affettato, che ci hanno fatto pesare meno l’attesa per la mangiata. Intanto, le ragazze hanno preso posto ai tavoli chiacchierando allegramente, ma anche per loro l’attesa è stata lunga e la fame tanta. Oltre ai pizzoccheri si possono gustare gli “sciatt” che sono delle palline di formaggio (probabilmente si tratta di “bitto”) che vengono impanate con della farina e fritte. Sono buonissime, ne mangeresti un quintale, ma c’è da fare posto ai pizzoccheri e quindi mi sono accontentato di una sola porzione. Finalmente si mangia e dopo la mangiata visitiamo l’antica chiesa, dove espongono una serie di documenti riguardanti l’arrivo del grano saraceno in Valtellina (è col grano saraceno che si fanno i pizzoccheri). Poi saliamo, a gruppi di 10, sulla torre medievale. Il panorama è molto bello e, complici le abbondanti libagioni, mette voglia di fare un pisolino. Quindi noi ometti, sempre un po’ pigri, ci mettiamo a ronfare sul prato mentre le donne si divertono a ballare il liscio. Alle 19:00 c’era da scegliere se restare lì anche per la cena o rientrare e, visto che di fame non se ne parlava proprio, optiamo per il rientro. Purtroppo il traffico ha rovinato il viaggio ma comunque c’è stato modo di ridere e scherzare ugualmente, tra una sosta per andare in bagno e un sorso di birra fresca in un baretto di Bellano.
Sicuramente la giornata è stata piacevole e consiglio a tutti di segnare, sul calendario 2003, nell’ultima domenica di luglio, con una penna rossa:“gita in moto alla festa dei pizzoccheri di Teglio”.
Ciao a tutti. Davide L. (Aran Banjo)
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