Che fosse la giornata delle sorprese lo si era capito dalla prima gara, quella delle 125. Come al solito la classe più piccola regala forti emozioni con un trenino di una decina di moto a darsi battaglia in ogni curva e sul lungo rettilineo dove il gioco delle scie nasconde i limiti di motore ed ecco che anche i meno abbienti vengono fuori. Ed è così che tra ruzzoloni singoli e di gruppo negli ultimi giri restano in 4 a darsi battaglia: Pedrosa, De Angelis, Jenkner e una moto bianca numero 22 mai vista prima… E’ uno svizzero, Tomas Luthi. Già proprio uno svizzero che dopo la vittoria nella vela vorranno vincere con le 2 ruote. Gli svizzeri infatti hanno sempre avuto una grande tradizione nei sidecar ma a parte qualche meteora non si sono mai visti tra le due ruote. Il ragazzino, pocopiù che sedicenne ha cuore da vendere e alla fine strappa applausi e un meritato secondo posto davanti al sammarinese De Angelis e dietro allo spagnolo Pedrosa che come al solito se ne sta sornione tutta la gara per tirare fuori gli artigli nei momenti che contano. Sul podio ci sono 3 ragazzini con 52 anni in tre e il più vecchio ha 19 anni!
Nella 250 altra bella gara con Poggiali subito fuori dai giochi per via del motore. Ed altra sorpesa… De Puniet riesce a rintuzzare gli attacchi ripetuti di Nieto tornato un po’ più aggressivo e deciso dopo un inizio di stagione da dimenticare. Prima vittoria per il francese del team Cecchinello che aveva anche qualcosa meno a livello di motore, ma che ha saputo guidare molto bene nei lunghi curvoni di Montmelò! Però la vera sorpresa viene dal terzo posto di un West messo troppo spesso nello scatoloni dei bluff. Con un’aprilia standard ha seguito e attaccato la coppia di testa ma troppa era la differenza con la sua moto. Bravo e coriaceo.
Ma il vero spettacolo arriva dalla motogp. E indovinate chi sono quelli che vanno in testa? Gli spagnoli? Macchè, come al solito sono i nostri tre alfieri. Capirossi solita partenza bruciante, Rossi non sembra partire benissimo ma alla prima riesce ad infilarsi dietro alla desmosedici; Biaggi recupera anche lui qualche posizione da una terza fila immeritata. Rossi cerca subito di sbarazzarsi di Capirex, lo passa con una bella staccata delle sue e cerca di andarsene, mentre Biaggi resta un po’ tappato da Gibernau che non gli lascia spazio. Rossi cerca di staccarsi ma il suo passo riescono a tenerlo anche gli altri anche perché nessuno vuole tirare per rovinare le gomme e il ritmo è abbastanza blando, al punto che anche Checa e Nakano sulle meno performanti Yamaha tengono botta. Sembra una buona giornata anche per l’aprilia RS3 ma dovo aver stampato il giro più veloce il motore si ammutolisce per problemi elettrici. Peccato! Verso metà gara i pneumatici iniziano a dare segni di cedimento e comincia lo spettacolo delle derapate soprattutto alla curva 3. Capirossi è il solito combattente con una moto sempre più a punto ma ancora non perfetta. Si continua con Biaggi che fa un po’ fatica ma resta lì e la ducati del romagnolo a mangiare lo scarico della RC 211 del dottor Rossi. Al quindicesimo giro nonostante il ritmo abbastanza blando Rossi sbaglia, allunga una frenata e Capirossi lo infila. In poche curve gli si rifà sotto… troppo sotto… nuovo errore e nell’ingresso in curva è costretto a tirar via il ginocchio per non colpire la gomma posteriore della desmosedici e finisce lungo nella ghiaia… mancano 8 giri e il distacco dalla testa è di 8 secondi e mezzo. Impossibile… inizia una forsennata rimonta, non si perde d’animo. Intanto Capirossi inizia ad accarezzare il sogno di una mitica vittoria tutta italiana che manca da 27 anni, dai tempi di Agostini su MV. Rossi però gira mediamente un secondo sotto, nonostante le gomme siano alla frutta.ben presto è su Nakano e Checa e in men che non si dica li passa. Spinge forte ed è a ridosso di Biaggi. L’acerrimo rivale sarà un osso duro… neanche il tempo di arrivarci sotto e lo infila nel punto in cui il romano meno se lo aspetta. Sorpasso da brivido; lo costringe all’esterno, ma allarga e Max ripassa riuscendo a chiudere la traiettoria, ma la chiude troppo e in uscita Rossi lo ripassa. Roba da evitare per i deboli di cuore. Cerca di riprendere anche Capirossi… ma oggi non si può. Oggi è la giornata di Loris e della desmosedici che in 6 gare è riuscita a salire sul gradino più alto del podio, dimostrando ai colossi giapponesi come si fanno le moto da corsa, con passione e spirito di squadra. E questa era la terza sorpresa… se poi si può parlare di sorpresa, visto che già da un po’ le rosse di borgopanigale erano vicine ad un risultato epico come questo. Grandi grandi grandi, come il cuore immenso di Loris. Ma al penultimo giro con le prime due posizioni già assegnate c’è ancora tempo per un colpo di scena. Max si fa prendere dalla foga, cerca il sorpasso a Gibernau (noto staccatore) nel punto più sbagliato e finisce lungo nella ghiaia. A mio modo di vedere un errore grossolano, che non si addice al temperamento di Max sempre molto riflessivo e intelligente; infatti avrebbe avuto ancora la staccata dopo il rettilineo del traguardo per passare, visto che già precedentemente aveva superato proprio lì Sete. Fatto sta che la via di fuga non è sufficiente e per non impattare contro le barriere cade, si rialza e finisce in quattordicesima posizione ad 1,8” da Melandri… Già perché forse ci siamo dimenticati di Macio… beh le sue performance sono sempre più scadenti e le scuse abbondano. Ancora una volta è risultato l’ultimo delle Yamaha. Inoltre nel dopogara dichiara di non aver capito perché la moto non andava… “dopo due giri scivolava”, è stata la sua spiegazione. Forse perché non sei ancora in grado di guidare una motogp su cui le gomme durano meno che niente? Beh i suoi connazionali hanno fatto ben altri risultati al primo anno nella classe regina. E così in quel di Barcellona il tricolore ha vissuto una giornata storica con la vittoria di un binomio tutto italiano nella classe regina. Grazie Loris, grazie Ducati. By Ed il polso
Voglio aggiungere due cose: 1) bugdet infiniti della kawasaki, decine di moto sperimentali della yamaha, soluzioni da F1 dell’aprilia sono state ridicolizzate da una moto costruita da una “piccola” azienda che si è affidata alla sua tradizione facendo al meglio quello che sanno fare: moto da corsa vincenti. La ducati ha ragiunto il suo VERO scopo: dimostrare che in sbk non vinceva grazie al regolamento….. 2) Rossi…. incredibile semplicemente incredibile quello che ha fatto ieri; la moto non c’entra è il polso destro che è immenso. Per quanto mi riguarda la fine della storia è già scritta: Rossi andrà in ducati per vincere il mondiale con una moto italiana, magari si dovrà attendere ancora un anno ma aspetteremo volentieri