Dopo il GP dDopo il GP d’Italia, a distanza di una settimana, citroviamo catapultati nella terra dei nostri più ostici avversari in tutte leclassi. La scuola italiana e quella iberica sembrano essere quelle più viveall’inizio del terzo millennio.
Nella 125 sono infatti i giovani spagnoli a fare la gara.Il giovanissimo Lorenzo porta una rinfrancata Derbi in pole position, comandandopoi per lungo tempo la gara. Locatelli e Dovizioso a marcarlo e sembranoveramente in palla mentre nel solito trenino si infoltisce il gruppone deglispagnoli; il ritmo blando favorisce il rientro di Barbera e Buatista scattatimale al via, mentre dalle retrovie si inserisce anche il nostro Simoncelli. Unabattaglia tirata fino alla fine, con il gioco delle scie e qualche scarenata ditroppo commessa dai soliti noti. Qui si potrebbe sollevare una polemica; sonosempre i soliti piloti spagnoli a combinare di cotte e di crude sui lunghirettilinei, come era successo già 7 giorni prima al mugello. Ok, d’accordoquesti ragazzini spagnoli, tutto pepe con tanta voglia di emergere, fannodell’irruenza la loro arma migliore, ma troppe volte vanno oltre i limiti,forse perché guidati da manager senza scrupoli con troppa fretta di innalzare iloro ingaggi!
Per fortuna le scarenate sono state fino ad oggi incruente,ma se la prossima finisse in modo diverso?
Non voglio pensare che le punizioni non arrivano solo perchéi piloti sono della nazionalità di chi dovrebbe giudicarli, ma come dissequalcuno “A pensar male si fa peccato, ma molto spesso ci si prende”.
E così la gara scivola tra sorpassi a ripetizione, conLocatelli che scivola a pochi giri dal termine, Dovizioso che si riprendeproprio quando sembrava tagliato fuori dalla lotta per la testa. L’ultimo giroè come al solito da cardiopalma. Il romagnolo della honda in poche curve siporta a ridosso di Barbera, lo affianca nell’ultima curva per tentare lavolata ma il traguardo è troppo vicino e così al fotofinsh conquista una granbella vittoria per 16 millesimi.
In 250 ci aspettavamo la ripresa del campione del mondoPoggiali, ma ancora una volta siamo rimasti delusi. Non riusciamo a capire se èlui in un momento no oppure se è il feeling con la nuova moto.
Secondo il mio personalissimo parere il limite più grandedel Sammarinese risiede nel modo di guidare la 250; continua a guidarla come una125 e spesso diviene difficile gestire la potenza. Da lì gli innumerevolierrori che ha già commesso quest’anno; è vero, lo scorso anno ha vinto ilmondiale e guidava così ma penso che il livello delle moto e dei pilotiquest’anno sia cresciuto molto. In primis la honda è tornata a schierare unamoto molto competitiva; poi ci metterei i piloti: Elias è cresciuto molto, DeAngelis è arrivato su una moto che finalmente può ospitare la sua stazza, masoprattutto la grande grande rivelazione Manuel Pedrosa, capace di adattarsisubito alla moto facilitato anche dal suo fisico da fantino. Così il campionedel mondo ieri ha commesso l’ennesimo errore di una stagione a cui bisognadare subito una svolta; è arrivato lungo ad una staccata centrando il paperinoRolfo che sembrava stesse finalmente trovando delle buone prestazioni dopo delleprove tormentate. Il sammarinese ha chiesto subito scusa a Roby che dopo unattimo di nervosismo ha subito abbracciato il suo “carnefice”. Rolfo ci haabituato a scene simili e oggi non stupisce più la sua infinita correttezza mamagari un po’ più di cattiveria lo aiuterebbe in quel branco di lupi pronti asbranarti ad ogni start.
Ritornando alla gara si è vissuta tutta sulla battaglia DePuniet – Pedrosa che ben presto hanno abbandonato un Elias tornato in formagrazie all’operazione che ha risolto i problemi al braccio che affliggonoanche il nostro Melandri. Alla fine chiuderà comunque terzo.
Così il francese del team Cecchinello si è ripreso ciòche la sfortuna gli ha tolto al mugello, anche se Pedrosa ci ha provato finoalla fine, tentando una volata. De Angelis è caduto nelle fasi iniziali, mentrechi continua a stupire in prova e deludere in gara è l’argentino SebastianPorto; i tempi ci sono, ora bisogna trovare il passo e la concentrazione giustaper la gara.
Potremmo raccontare la gara della motogp, ma sarebbepressappoco una fotocopia di quella del mugello dove solo i contorni sonodiversi.
Rossi e Gibernau a giocarsi la gara Biaggi ad arginare e lecomparse di sempre a fare gara a sé; per questo motivo questa settimana nonvoglio commentare la gara quanto fare qualche riflessione e tirare fuori qualchespunto di discussione.
Innanzitutto cambiano le moto cambiano i team ma leposizioni sono più o meno quelle.
Rossi mattatore ha già vinto la terza gara, Gibernaul’unico ad impensierirlo e Max che dopo un inizio sfolgorante sembra averperso il bandolo della matassa, con una moto mai perfettamente a punto e a cuisi aggiunge la sfortuna di una gomma che fa le bizze. Forse quello che realmenteè cambiato quest’anno in motogp è la condizione psicologica di alcunipiloti… Rossi determinato a dimostrare il suo valore è in palla, tirandodietro di sé gli altri piloti Yamaha che non possono più trincerarsi dietroproblemi di moto. Gibernau sa che deve vincere, mentre Barros è ormai solol’ombra del pilota che aveva vinto il mondialino con Rossi nel 2002; èpassato da una moto che forse così disastrosa non era, alla moto campione delmondo e nulla o quasi è cambiato. Ha ottenuto un podio proprio come eraaccaduto lo scorso anno e continua a cadere e navigare nell’anonimato.Finalmente stiamo vedendo i veri limiti di piloti e moto, quando lo scorso annoValentino forse non mostrava tutto il suo potenziale; quest’anno è costrettoa tirare fuori tutto quello che ha, per la somma gioia di chi ama questo sport,mostrando quanto il pilota sia ancora superiore al mezzo. Gibernau coriaceo comesempre questa volta ha forse ecceduto con le parole chiedendo un aiuto allahonda per battere il folletto di Tavullia; visto il mezzo di cui dispone forsepoteva anche evitare. Ma Barcellona è stata anche la sede del piccolo trionfodi un altro italiano, Melandri, che finalmente è salito sul podio, secondaYamaha a “soli” 15 secondi da Rossi.
Ha lasciato ben presto i primi Max Biaggi a causa di unagomma difettosa che gli ha impedito il sabato di migliorare il tempo e ladomenica di occupare le posizioni che gli si confanno. Questa gomma difettosa haaiutato un altro grande risultato, il settimo posto di Nakano con una Kawasakiche nel 2003 occupava regolarmente le ultime posizioni della classifica. E lasorpresa non è solo la verdona di Akashi quanto anche le coperture Giapponesiche garantiscono ottime performance in prova anche se in gara hanno qualcheproblema di durata, al punto che Tamada (altra rivelazione) è stato costrettodi nuovo al ritiro così come Roberts che dopo aver sostituito le gomme era ingrado di tenere il passo dei primi. Insomma le sorprese belle e brutte non sonocerto mancate. Tra quelle brutte mettiamo la ducati. La moto 2004 sembrainferiore alla 2003 e al Montmelò (complice sicuramente l’aria di casa) Xausè stato il primo con le moto italiane chiudendo quinto.
Aprilia… no comment. Con la situazione finanziaria in cuiversa la casa di Noale sarebbe come sparare sulla croce rossa.
Voi che dite… ho ragione o no?
Ciao alla prossima ad Assen!ByEd il polso