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Da Shangai a Lavagna in moto!!
Per tornare a casa sua da Shangai, un trentenne di Lavagna (Genova) ha scelto di usare la propria moto invece dell' aereo. Stefano Mangini è arrivato nella città rivierasca dopo 130 giorni di viaggio, nei quali ha percorso 18.000 chilometri.
Mangini lavora in Cina da quattro anni e si occupa di marketing di moda. Appassionato di moto, nella primavera scorsa ha pensato di rientrare in Italia sulle due ruote. Partito il 20 aprile, ha attraversato la Cina, il Pakistan, l' Iran, la Turchia e la Grecia.
Mangini ha viaggiato a proprie spese, senza sponsor. Nel tragitto ha affrontato tempeste di sabbia nel deserto del Gobi e tormente di neve sul Karakorum, ha superato problemi burocratici alle frontiere e guasti meccanici. Fra le altre città, ha toccato Islamabad, Rawalpindi, Peshawar, Teheran, Persepolis, Tabriz e Istanbul.
Stamani a Firenze Mangini è salito in moto per l' ultima tappa. A Portovenere, al confine con la Toscana, lo hanno aspettato gli amici motociclisti di Lavagna, che lo hanno accompagnato fino a casa. Qui c' erano ad attenderlo la madre Fernanda, che gestisce una boutique, e la fidanzata.
"La mia filosofia è quella dell' instancabile viaggiatore. E da quando ero piccolo sognavo di vedere i paesi dell' Asia. Così, quando la mia esperienza di lavoro in Cina si è conclusa e ho dovuto tornare a casa, ho pensato di farlo in moto, per visitare quei posti che avevo sempre sognato".
Stefano Mangini, 31 anni, spiega così il suo viaggio Shangai-Lavagna in moto. "Ho lavorato a Shangai per quattro anni e mezzo, gestendo l' ufficio di produzione di una multinazionale americana dell' abbigliamento. Ho visto la Cina cambiare in modo incredibile, aprirsi al mondo. Oggi tutti là hanno voglia di fare. Ma dopo anni di lavoro intenso, dopo aver raggiunto tutti i miei obbiettivi, non avevo più prospettive.
Tutto era diventato monotono, così ho deciso di rimettermi in viaggio e tornare in Italia".
Mangini ha percorso 18.000 chilometri su di una Yamaha Virago 750, un modello 'custom' più adatto all' asfalto che alle strade sterrate. "E' l' unica moto di grossa cilindrata che si trova in Cina - spiega -. Comunque, mi ha portato fin qui".
Per l' "instancabile viaggiatore" di Lavagna, il tratto più bello della traversata dell' Asia è stato quello fra la Cina occidentale e il Pakistan, dal deserto del Gobi ai monti del Karakorum. "I posti sono meravigliosi, e poi lì si trovano ancora le culture buddhista e islamica originali". Sul Gobi Mangini si è ritrovato in mezzo ad una tempesta di sabbia. "Stavo viaggiando dietro ad un camion, quando questo si è fermato. Davanti a noi c' era una nuvola rossa di polvere che si avvicinava. Il conducente a gesti mi ha fatto capire di sedermi a terra, chiudere gli occhi e non muovermi. La sabbia ci ha avvolto per mezz' ora, è stato fantastico".
Al confine tra Cina e Pakistan, il motociclista lavagnese si è visto rimandare indietro dalla polizia cinese perché non aveva un timbro sul passaporto. "Ero a tre chilometri dal confine ed ho dovuto tornare indietro per centinaia di chilometri, fino alla città più vicina. Poi, quando finalmente ho passato il confine e mi godevo le montagne stupende, si è rotto il telaio della moto".
E' stato quello l' incidente peggiore del viaggio. "Per fortuna sono passati due cinesi che mi hanno dato un passaggio in auto fino alla città più vicina. Qui ho trovato un fabbro che mi ha saldato due tondini sul telaio. Così ho potuto ripartire".
Mangini ha attraversato il Pakistan nel momento peggiore della crisi con l' India. "Ero l' unico straniero nelle vallate, una cosa stupenda. E poi i pakistani sono gente squisita". In Iran il motociclista è stato raggiunto dalla fidanzata canadese Anouk, conosciuta in Cina, che lo ha accompagnato nel resto del viaggio.
"L' Iran come paese mi ha un po’ deluso. Ma ho conosciuto un sacco di bella gente, tutta molto aperta nel criticare il governo. Della Turchia mi è piaciuto l' est, dove i turisti non li lasciano andare perché c' è la guerra contro i curdi". Mangini dice di non aver mai avuto paura nel suo viaggio. Gli unici problemi sono stati i guasti della moto, che però è riuscito sempre a far riparare. Arrivato in Grecia, l' avventura è finita, ed è cominciato il viaggio di avvicinamento all' Italia. "Adesso ho in programma un master alla Bocconi, e poi si vedrà. Anouk tra un po’ dovrà tornare in Cina a lavorare, anche con lei vedremo".

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