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Ducati offre 30 milioni per la Moto Guzzi

NOALE - Ducati sarebbe intenzionata a intervenire nella crisi di liquidità di Aprilia. E ha fatto sapere di volerlo fare acquistando uno dei pezzi «storici» e più pregiati in possesso del gruppo di Noale: Moto Guzzi. L'anticipazione proviene proprio da ambienti della Ducati, l'azienda di Borgo Panigale, controllata dal fondo pensionistico americano Texas Pacific group, che dopo il successo della Monster, la Mille più modaiola presente sulle strade, cerca di rafforzare la propria presenza sul mercato d'oltreoceano conquistandosi le «ali» della storica casa di Mandello del Lario. Ali che sono quelle di un altro mito del motociclismo statunitense, com'è Moto Guzzi, casa di proprietà da quattro anni dell'Aprilia di Ivano Beggio.

Il «rafforzamento» sul mercato Usa sarebbe assicurato dalla fama del marchio del «falcone»: Moto Guzzi è stata ad esempio resa famosa sugli schermi americani dalle avventure televisive della serie «Chips», che raccontava le imprese degli agenti delle Highway patrol californiane in sella alle loro Guzzi 850.

L'operazione Ducati-Guzzi avviene con il placet di SanPaolo-Imi, una delle banche leader del gruppo di istituti di credito incaricati dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, di accorrere al capezzale di Aprilia, in preda a una crisi di liquidità che ha portato alla messa in cassa integrazione di 650 dipendenti e alla chiusura dell'intero stabilimento di Scorzè (11 linee con una capacità di 2.500 pezzi al giorno) proprio nel momento di maggiore sforzo produttivo stagionale.

In questa crisi da tempo si prospettava la cessione di Moto Guzzi e proprio domani Ducati manderà i suoi consulenti per avviare la due diligence necessaria a fare una valutazione e a trovare un accordo sul prezzo. Ma la trattativa sembra in dirittura di arrivo: probabilmente la Guzzi passerà di mano per una cifra intorno ai 30 milioni di euro, una somma che corrisponde più o meno a quella richiesta dall'Aprilia alle banche per superare la grave crisi finanziaria.

Ducati non sembrerebbe interessata all'ingresso nell'intero gruppo Aprilia come socio di maggioranza di Ivano Beggio (la cui famiglia detiene il 100% delle azioni della casa di Noale) nè all'acquisizione dell'altro marchio detenuto da Aprilia: la Laverda di Breganze. La cifra di 30 milioni di euro, se confermata, sarebbe quasi una svendita: meno della metà del prezzo di acquisto, avvenuto il 14 aprile del 2000, per 132 miliardi di lire, pari a 68,7 milioni di euro.

Eppure anche 30 milioni di euro sarebbero una boccata d'ossigeno essenziale per Aprilia, anche di fronte alla fretta con cui il gruppo deve riprendere la produzione (tra aprile e luglio vengono venduti il 68% dei modelli) e la lunghezza delle trattative con il pool di 7 banche incaricate da Palazzo Chigi.

Proprio ieri doveva tenersi un incontro a Roma alla presidenza del Consiglio alla presnza di Gianni Letta, incontro rinviato all'ultimo minuto. E senza uno sblocco si aggraverebbe anche la situazione occupazionale: l'azienda ha confermato anche per la prossima settimana la chiusura totale dello stabilimento di Scorzè, e questo ha provocato preoccupazione nel mondo politico e sindacale.

In Senato è stata già presentata un'interrogazione a risposta scritta dal senatore dello Sdi Giovanni Crema, mentre la Cgil, che aveva mantenuto un atteggiamento di basso profilo per non intralciare le trattative, chiede ora a gran voce il massiccio intervento di governo e Regione, finora rimasta a guardare.

«La crisi Aprilia non si può ridurre a semplice problema tra proprietà e banche: è in primo luogo un problema che riguarda il futuro industriale e occupazionale di un'azienda leader che per effetto del forte indebolimento rischia la chiusura», scrive la Federazione italiana operai metalmeccanici (Fiom) e la Cgil metropolitana, assieme alle Rappresentanze sindacali unitarie (Rsu) aziendali. La richiesta è prima di tutto di riportare il dibattito sul rischio occupazionale che investirebbe, in caso di chiusura, l'intero triangolo Padova-Treviso-Venezia, che tra dipendenti diretti e indotto, vedrebbe ridotte alla disperazione varie migliaia di famiglie.

Dopo aver ricordato che i lavoratori Aprilia sono in cassa integrazione da quasi un mese, Fiom e Cgil sollecitano urgentemente l'attivazione di un tavolo di trattativa al ministero dell'Industria per finalizare tutti gli atti di proprietà e banche alla ripresa e riconferma del piano industriale. Si domanda inoltre a proprietà (Ivano Beggio), amministratore delegato (Franco Cattaneo) e all'Unindustria una verifica dei piani di acquisizione dell'azienda fin qui presentati.

La terza richiesta riguarda l'avvio di una ristrutturazione del debito e lo sblocco del credito necessario al riavvio delle linee, chiedendo inoltre al governo di sblocare il credito relativo alla rottamazione. Lunedì, intanto, si svolgerà un'assemblea generale dei dipendenti Aprilia. Tra le proposte avanzate dalla base anche quella di organizzare un presidio dei lavoratori davanti allo stabilimento di Scorzè.

Leggi l'articolo originale su Kataweb.it

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