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La prima volta in pista by Fighter
Non sono un tecnico, ma forse uno degli ultimi inguaribili romantici della tecnica, non vi descrivo la pista dal punto di vista di un pilota esperto, non lo sono, vi descrivo una splendida giornata fra amici e tanta voglia di girare in moto.
I pochi minuti che mi separano dal via sembrano interminabili.....
stranamente non sono per nulla nervoso... piuttosto, mentre sono li', mi ripeto che non devo dimostrare nulla a nessuno, che sono li' per divertirmi, che non devo tirare come un ossesso e via dicendo.... poi ti danno il via, e in quei pochi metri, tutti i pensieri di prima vanno a farsi friggere, e' come entrare in un'altra dimensione... i suoni si dilatano, come essere dentro una campana di vetro... non me ne frega più di nulla e di nessuno, penso solo a concentrarmi e a sentire il rumore del mio scarico... sono solo, con la moto... ed un'altra quarantina di invasati...e intanto schizzo via, nella corsia d'accelerazione.
In pochi metri mi si presenta davanti la pista in tutta la sua imponenza.... larga, vuota, sembra tutta per me... mamma che impressione.... inizio a buttare dentro le marce, una dopo l'altra, mentre mi vengono in mente tutte le cose di cui hai parlato, ... la posizione da tenere, come fare forza sulle pedane e via dicendo... ma non c'e' tempo per ragionarci, sono già all'ingresso della Verzario...
Pieghettina tranquilla per far scaldare le gomme... e poi inizio ad aprire... il primo giro sembra interminabile, cerco di vedere la condizione dell’asfalto e capire qual è la traiettoria migliore
Piano piano prendo confidenza, ed inizio ad accentuare le pieghe... la mia RSV...grande moto, ha un motore che ti perdona qualsiasi cosa, basta dare gas e sembra che una mano ti prenda e ti spinga alla curva successiva, senza preoccuparti di entrare col motore in tiro e cose varie.... e poi cacchio, 'ste gomme sono davvero spettacolari.... una motazza veramente splendida, in pista, si guida con una facilita impressionante, gli manca solo un po' d'allungo in più, il Rava con la sua R1, e il Frankie con la sua Fireblade, nel lungo rettilineo me lo ricordavano sempre!, ma ci si diverte come bestie....
Aumentano i giri, aumenta il ritmo, l'adrenalina cresce in maniera esponenziale, e' caldissimo ma ora come ora non sentirei nemmeno le coltellate... ragazzi, che sensazioni... sei solo, tu, la moto e il nastro d'asfalto.... ti ritrovi protagonista, e ti rendi conto che in quel momento stai facendo le stesse pieghe che fino al giorno prima guardavi nelle foto sui giornali....
Spingi ancora di più, riesci a staccare in maniera decente, strappi
qualche sorpasso, i piu' smanettoni ti bruciano impietosamente, (in ogni caso, devo essere sincero erano veramente pochi!, a parte Braghi che con il suo suzi, neanche lo vedevi!) ad ogni staccata proprio quando pensavi di essere al limite...bè.....consolazione.....almeno impari nuove traiettorie.
Esci dalle curve e puoi spalancare incurante del grip (ottimo) e di ostacoli, sei in pista non ci sono di questi problemi, asfalto come si deve, traffico in un solo senso, concentrazione e gas.
Terza a limitatore, quarta a limitatore, si avvicina la curva a destra, ma ancora il cartello dei 150 mt è lontano e butti la quinta, senza togliere gas, il contagiri è a 9.500, il contachilometri non sò, è coperto dal nastro adesivo per non avere esitazioni sulla velocità, forse 230Km/h, passi il cartello dei 150mt, ti alzi da sotto il capolino, chiudi il gas, inizi ad assumere la posizione di piega, lasciando solo metà sedere sulla sella, scali 2 marce, la frizione antisaltellamento fa egregiamente il suo dovere, e ti attacchi al freno anteriore, la moto si abbassa, le forcelle quasi a fine corsa, senti la forza cinetica che ti spinge in avanti, tutta sugli avambracci, il retro inizia ad alleggerirsi, forse si stà per alzare e tende a scodinzolare, tocchi leggermente il freno posteriore per abbassare la moto anche dietro, non devi far bloccare la ruota, non devi usarlo come freno, serve solo a ridurre questo noioso "serpeggiamento", vedi la corda, lasci i freni per ricomporre la moto che beccheggiava, e l’accompagni in piega, la saponetta tocca terra, mantieni la traiettoria, sei alla corda e puoi iniziare a pelare il gas visto che la curva è da raccordare con la successiva.
Alla fine grande stanchezza...
E finalmente l'adrenalina inizia a ritornare a livelli normali, i pensieri ricominciano a scorrere, il cervello fino a quel momento inondato di adrenalina ricomincia a funzionare, e inizi ad analizzare tutto quello che hai provato in questa bellissima giornata.... nel frattempo, ti accorgi che, motociclisticamente parlando, nulla sara' più come prima, che certe emozioni sentite per la prima volta, forse ti lasceranno il ricordo per tutta la vita, che quelli sono
stati gli euro che hai speso meglio fino a quel momento...
Le saponette grattate e il responso impietoso del cronometro ti sussurrano che in realtà non sei poi così fermo come
pensavi fino a quel momento.....
Rientrando in strada, però, ti accorgi, che quella benedetta riga continua in mezzo alla carreggiata fa ombra, che dietro alla curva coperta potrebbe esserci un ostacolo e non vale proprio la pena rischiare, se vuoi divertirti, nel vero senso della parola, devi tornare in pista.
Senti una maggiore sicurezza nella tua guida, e però questa potrebbe essere un’arma a doppio taglio, da un lato, inizi una guida più fiduciosa e fredda, come se tutte le curve possono essere percorse, senza rischiare di attaccarsi ai freni dalla paura, dall’altro lato però, conosco persone che dopo essere state in pista, appena usciti in strada sono caduti, perché pompati della propria abilità e credono che qualunque curva su strada possa essere aggredita come su pista, non pensano che dietro la curva potrebbe esserci un mezzo lento o un camion che invade meta della carreggiata opposta.
Queste emozioni sono difficili da gestire, probabilmente anche per la pista, ci vuole tanta, e ripeto tanta maturità, per controllare questa pericolosa euforia.

Consiglio a tutti gli appassionati di moto che non l'avessero ancora fatto di provare l'esperienza di frequentare una pista. L'adrenalina ed il divertimento sono assicurati, insieme alla possibilità di sfogare liberamente quell'irrefrenabile istinto di ruotare a manetta la manopola destra del manubrio. Il tutto in estrema sicurezza, senza incroci, senza vecchietti al volante che svoltano all'improvviso senza segnalazione, senza portiere di automobili che si aprono mentre sfili via nel traffico o pedoni che attraversano guardando dalla parte opposta, senza macchie di gasolio o buche sull'asfalto, a tutto vantaggio dell'incolumità propria e degli altri. Ed in più la possibilità di esibirsi in pieghe da brivido, limare le saponette e gli spider degli stivali (non il resto della moto, possibilmente). Per concludere, a proposito di pieghe, vi riporto una bellissima frase di Loris Reggiani:
"Sfrecciare veloci in rettilineo è di per se motivo di soddisfazione, ma se non fosse perché attratti da una bella piega molti di noi avrebbero forse dedicato le loro attenzioni a qualche altro passatempo anziché scegliere la moto come compagna di viaggio, di divertimento e, perché no, di vita. Le curve sono il pane del motociclista, sono il termometro della sua soddisfazione. Meglio si affrontano, meglio ci si sente. Guidare bene in piena sicurezza è garanzia di divertimento e a tutti noi piace divertirci"
E per imparare bene a guidare, aggiungo io, non c'è altra soluzione che andare in pista. Non ve ne pentirete.
Non importa in quale impianto Monza, Mugello, Vallelunga, Varano, Magione, ecc, e non importano i tempi se ottenuti da esperti piloti o da neofiti, ciò che importa sono le sensazioni che si provano.
Poche decine di minuti in pista possono fare capire molto di più di migliaia di chilometri tra curve e tornanti della nostre amate statali.

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