E' morto a Tokyo, all'età di 90 anni, Genichi Kawakami, l'uomo che portò al successo la Yamaha, la casa giapponese nata per la produzione di strumenti musicali e diventata in seguito famosa per le sue moto.
Kawakami è morto per cause naturali nella città industriale di Hamamatsu, dove ha sede la compagnia - 200 km a ovest di Tokyo. Qualche mese prima del decesso era stato ricoverato in ospedale.
Kawakami aveva ereditato nel 1950 l'antica fabbrica di strumenti musicali dal padre. Lui sviluppò strumenti a fiato e a corde, e poi un organo elettrico. Scrisse anche diversi libri sulla musica e nel 1966 fondò la Yamaha Music Foundation.
Se il rombo di un motore è musica, allora si può spiegare lo sviluppo della Yamaha. Altrimenti, questo passaggio dai pianoforte alla moto si può in concreto definire solo una casuale quanto bizzarra 'diversificazione'.
Tutto risale idealmente alla seconda guerra mondiale. Il legno degli strumenti era stato usato per fabbricare eliche di aerei, le quali poi diventarono di metallo. Ma finita la guerra i macchinari della fabbrica restavano inutilizzati. Allora nel 1955 nacque la Yamaha Motor Co e con essa le motociclette. Stesso nome, anche se la prima si chiamò YA-1, poi ribattezzata familiarmente 'aka tombo', libellula rossa.
Il successo nei circuiti ha portato la Yamaha al secondo posto nel mondo, subito dopo la Honda. Ma intanto la Yamaha non si fermava lì e fabbricava motori di barche e fuoribordo e macchine industriali. Fino a entrare nelle aree dell'infotech e nel biotech.
"Credo che la cosa più importante quando si crea un prodotto è tenere in mente il punto di vista di chi lo deve usare", disse Kawakami dopo aver 'scoperto' la moto. Si era ritirato dall'attività nel 1992, a 80 anni. La sua scomparsa è avvenuta discretamente, lontano dai media, come lui - schivo - aveva sempre preferito.
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