Ducati ed Edi Orioli, che avevano già condiviso due vittorie alla Parigi-Dakar, hanno portato a termine la Bologna-Mosca-Vladivostok, un’avventura speciale a metà strada tra il raid ed il viaggio. Partito il 15 Giugno dal cuore del World Ducati Week, Edi ha percorso quasi 14.000 km in sella a una ST4S equipaggiata di navigatore satellitare. In sintonia con lo spirito Ducati SportTouring, il progetto prevedeva un percorso lungo e difficile sulla rotta della Transiberiana, con una compressione dei tempi di marcia tale da rendere ancor più impegnativo il raid lungo il suo tragitto attraverso il continente asiatico.
Bologna, 9 Luglio 2002: A Vladivostok, ventuno giorni dopo la partenza da Bologna, il contachilometri della Ducati ST4s utilizzata da Orioli segnava 12.352 km (più 1.150 percorsi forzatamente sul treno). Sono 588 km al giorno, ventiquattro e mezzo in ciascuna delle ventiquattr’ore di ogni giornata, comprese quelle di pausa a Mosca, Cita e quelle trascorse sul vagone portamissili, laddove la Siberia è priva di strade agibili.
Un viaggio dal ritmo serrato, scandito dal motore del bicilindrico Ducati, cui non è mai stato concesso veramente il tempo di raffreddarsi. Nessuna difficoltà per il pilota (la preparazione di chi corre i rally africani consente questo ed altro) e nessuna particolare attenzione per la moto, che non ha avuto il minimo problema, ad eccezione di un cerchio ammaccato e di una rottura al conta chilometri a meno di un’ora di strada da Vladivostock.
La moto, equipaggiata con serbatoio maggiorato (27 litri), kit comfort Ducati Performance (manubrio più alto e cupolino più ampio) e navigatore satellitare ha raggiunto Vladivostok, con le stesse gomme, anche se quella posteriore era ridotta all’evidenza delle tele. SportTouring, quindi confortevole ma, misurata col GPS in un tratto di strada “libero”, capace di raggiungere oltre i 250 km/h. Un viaggio dentro questi parametri è un test impegnativo, non solo per il motociclista e per gli assistenti, ma anche per la moto e per le attrezzature (l’abbigliamento, il sistema Pro Com di Dainese per il monitoraggio del pilota, il PC, le apparecchiature di ripresa, i telefoni satellitari, le tende). Tutto, in un viaggio senza soste o quasi, è sottoposto a collaudi severi, i cui esiti serviranno a migliorare ancora più il modo di viaggiare in motocicletta. La Transiberiana è stata inoltre l’occasione per testare a fondo un nuovo componente che verrà presentato al Salone di Monaco: il test è stato brillantemente superato!
“Abbiamo” quindi attraversato, con i membri della spedizione, un intero continente e i paesaggi più svariati: dagli Urali alla taiga russa, dalle rive del lago Bajkal alle sterminate pianure lungo le quali si adagia la M51, una delle più conosciute strade statali che collegano Mosca a Vladivostock. E abbiamo “vissuto” i ritardi alle frontiere, l’emozione di passeggiare sulla Piazza Rossa, gli sciami di zanzare, gli incontri con i pochissimi motociclisti e i bivacchi sotto le stelle. A bordo della St4 S, Edi è stato testimone della trasformazione politica ancora in atto in un Paese dove convivono antica miseria repentino, tangibile arricchimento, arretratezza e impianti nucleari, posti di blocco corrotti e persone disponibili e cordiali.
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