Dajiro Kato non ha fatto un errore, non c'era quello alla base della sua morte come ha concluso l'inchiesta della casa giapponese. Parola di un pilota come Loris Capirossi, che con la Ducati Desmosedici (si chiamerà così anche il modello 2004) ha conquistato la quarta piazza nel MotoGP. «Io Kato lo conoscevo — ha detto l'imolese — era un pilota di altissimo talento. Forte. Del nostro livello. Non uno che fa un errore del genere dopo tre giri. A lui è rimasto il gas a manetta. È impossibile cadere, in quel punto. Tu arrivi, freni, pieghi. Però gli è successo qualcosa che non si può dire. La cosa che li rende più meschini — ha aggiunto Capirossi — è che era il loro pupillo. Questa secondo me è una cosa vergognosa». Immediata la replica della casa giapponese. «La replica a Loris Capirossi è piuttosto facile. La Honda, credo caso unico al mondo, si è rivolta a un ente terzo, la facoltà di ingegneria dell'università di Tokio, per accertare le cause dell'incidente costato la vita a Dajiro Kato». Sono le parole del direttore sportivo di Honda Racing, Carlo Fiorani, secondo cui la casa giapponese ha fatto di tutto per cercare la verità. Insomma, a Capirossi replica il lavoro, presentato poco prima di Natale, svolto da «professori di fama internazionale» che hanno concluso che non ci fu «guasto meccanico». Fiorani ha ricordato che, come nel caso di Ayrton Senna, anche nell'incidente di Kato ci sono «zone grigie». A differenza di quanto avviene in Italia, ha spiegato Fiorani, in Giappone, come anche in Inghilterra prevale il diritto sportivo sul diritto penale, e dunque non ci fu inchiesta della magistratura. Proprio per questo, in assenza di indagini giudiziarie, la Honda ha cercato di per sè la verità: «La commissione ha esaminato - ha spiegato Fiorani - non solo i filmati messi a disposizione dalla direzione del circuito di Suzuka, ma anche i filmati delle videocamere degli spettatori della corsa, che la stessa Honda ha pregato di mettere a disposizione della commissione». In base a quei filmati, secondo la commissione, è stato possibile accertare che non ci fu guasto del meccanico. Ed è questa la replica, il lavoro della commissione, che la Hrc manda a Capirossi. Leggi l'articolo originale su ilTempo.it
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